1. L’invenzione del Podcast
Nel 2003 Adam Curry e Dave Winer inventano il Podcast.
A quel tempo Adam è un ex VJ di MTV con la passione per la tecnologia, e vuole trovare un modo semplice e automatico per far scaricare e ascoltare i file audio, da lui pubblicati sul Web. La soluzione è la tecnologia RSS feed (Really Simple Syndication) inventata da Dave Winer: un semplice file sul Web consente di creare radio libere online, offrendo contenuti on-demand.
Con qualche linea di codice, Adam Curry ne rende possibile l’ascolto su iPod, lanciato da
Apple nel 2001. Il giornalista Ben Hammersley scrive, nel febbraio 2004, un articolo sul The Guardian coniando la parola “podcast”, che è scelta dall’American Dictionary “parola dell’anno” 2005.
2. Nascita di un nuovo media
Ispirandosi al codice scritto da Adam Curry, nel 2004 nasce Ipodder (che cambia poi nome in Juice) un software indipendente per aggregare RSS feed audio e sincronizzarli sull’iPod collegato al computer. Lo stesso anno viene pubblicato online Podcast Alley, un sito web che archivia e classifica tutti i podcast esistenti. In ottobre Adam Curry fonda PodShow (poi rinominata Mevio), la prima società editoriale che si occupa di pubblicare e diffondere podcast al pubblico.
3. Podcaster e Musicisti Indipendenti
I podcaster vogliono usare la musica, ma c’e un problema: mentre le radio pagano i diritti alle case discografiche, gli indipendenti che non vogliono infrangere il copyright, non possono permettersi di pagare cifre esorbitanti. Per questo, nell’estate del 2005, PodShow crea la Podsafe Music Network: un archivio di musica concessa in licenza da musicisti indipendenti, per l’utilizzo da parte dei podcaster. Nel gennaio dello stesso anno, in Europa, era già stata creata Jamendo, una piattaforma web che raccoglie musica pubblicata con licenze Creative Commons o Licenza Arte Libera.
4. Podcast Secondo Apple
Steve Jobs presenta, nel 2005, l’integrazione del Podcasting all’interno di iTunes, il primo software per ascoltare musica che permette anche di acquistare brani musicali online. Apple inserisce dentro iTunes l’elenco dei podcast ceduto a titolo gratuito da Adam Curry: ne esitono già più di 8000. All’interno dell’iTunes Store i podcast sono offerti gratuitamente e l’applicazione permette di scaricare i singoli episodi, ma anche iscriversi ai podcast in modo da sincronizzarli con l’iPod. Durante la conferenza WWDC Steve Jobs fa ascoltare “Daily Source Code”, podcast indipendente di Adam Curry; spiega anche che grandi società ed editori tradizionali hanno già iniziato a pubblicare podcast. Lo stesso Steve Jobs, per cavalcare l’onda di questo nuovo media, spiega al pubblico il termine “Podcasting” come una crasi delle parole “iPod + Broadcasting”.
5. Podcast in Italia
In Italia si comincia a parlare di podcasting nel 2005 tanto che RAI 2, nel programma “Galatea”, dedica un servizio al fenomeno definendolo “La radio del futuro”.
Da una parte ci sono i podcaster indipendenti, come Franco Solerio di Rockcast Italia, che pubblicano podcast per passione. Dall’altra gli editori radiofonici, come Radio 105, usano i podcast per distribuire i programmi già andati in onda, per l’ascolto on-demand.
In questi anni il podcasting continua a crescere in Italia, interessando anche gli ambienti universitari, per il suo potenziale come strumento di divulgazione culturale. La professoressa Enrica Salvatori, dell’Università di Pisa, pubblica il podcast “Historycast” e il professor Massimo De Santo, dell’Università di Salerno, organizza il primo raduno dei podcaster italiani.
6. Chiunque Può Fare Podcast
La pubblicazione di podcast diventa più semplice e accessibile anche a chi non ha nessuna competenza informatica, grazie ad alcuni servizi web e piattaforme che nascono in questi anni. Francesco Baschieri, nel 2010, fonda Spreaker per consentire a chiunque di fare radio sul Web, ma i podcaster usano questa piattaforma per creare, pubblicare e distribuire il proprio podcast.
Nel 2012 nasce la app Apple Podcast (spin-off di iTunes) e, dal 2014, viene preinstallata su qualsiasi iPhone e iPad. Nel 2015 nasce la app Anchor, per scambiare messaggi audio, ma diventa presto un modo per creare podcast da smartphone.
Nel 2016 il giornalista Carlo Annese crea Piano P, primo editore di podcast giornalistici in Italia. Nello stesso anno, Giulio Gaudiano organizza la prima edizione del Festival del Podcasting, occasione di formazione e incontro tra podcaster, editori e piattaforme di distribuzione.
7. Tutti Pazzi Per Il True Crime
Il podcast diventa un fenomeno di massa grazie al genere true crime. Nel 2014, il podcast investigativo “Serial” con la voce di Sarah Koenig, viene lanciato dal programma radiofonico This American Life. Subito diventa virale negli Stati Uniti e nel mondo anglofono. Il suo successo fa avvicinare moltissime persone all’ascolto abituale di podcast, trasformando di fatto il podcasting in un nuovo mass media. Anche in Italia è un podcast true crime a fare la differenza per la diffusione di massa del podcasting: “Veleno”, di Pablo Trincia per La Repubblica, pubblicato nel 2017, rimarrà a lungo in vetta alle classifiche dei podcast più ascoltati su iTunes.
8. Il mercato del Podcasting
La crescita del mercato attira le aziende. Le prime aziende specializzate in audiolibri, che inseriscono podcast nelle loro piattaforme, sono Storytel e Audible, consapevoli del potere attrattivo dei contenuti da ascoltare. Spotify decide di ampliare la propria offerta accostando alla musica i podcast e viene presto seguita da altre aziende d’intrattenimento digitale. Inizia così una politica di acquisizione dei produttori di podcast: nel 2019 Spotify acquisisce Gimlet; nel 2020 Amazon acquisisce Wondery.
Nascono ecosistemi che comprendono la produzione (nel 2019 Spotify acquisisce Anchor), l’hosting dei podcast e la pubblicità. Nel 2020 Spotify acquisisce Megaphone; iHeart Media acquisisce Voxnest, che a sua volta aveva comprato Spreaker; nel 2021 Amazon acquisisce Art19 dopo aver integrato i podcast in Amazon Music. Infine anche Apple Podcast introduce un’importante innovazione per gli editori: i podcast in abbonamento. Così inizia la corsa all’oro nel mondo del podcasting.
9. Podcast e Pandemia
Moltissime persone iniziano a fare podcast nel 2020, con la pandemia di COVID-19 che cambia le abitudini e la vita quotidiana delle persone in tutto il mondo. Solo in Italia, fino al 2019, i podcast sono 3462; mentre nel 2020 diventano quasi 11000.
Nascono nuovi modi di creare podcast e contenuti basati sulla voce: il social network Clubhouse, il suo analogo Greenroom lanciato da Spotify, le voice chat su Telegram. Per molti giovani la parola “podcast” diventa sinonimo di talk show su YouTube o su Twitch, forse anche grazie al celebre podcast video “Joe Rogan Experience”. Le grandi piattaforme di streaming audio pubblicano contenuti originali e in esclusiva, per attirare nuovo pubblico. Il caso di Joe Rogan, podcaster indipendente acquisito e poi censurato da Spotify, mette in luce un fatto: i podcast distribuiti tramite il proprio RSS feed possono essere gestiti in maniera indipendente; quelli acquisiti o prodotti dalle piattaforme, debbono necessariamente essere sottoposti a esigenze aziendali e commerciali.
Podcast 2.0
Nasce un movimento di rinnovamento del Podcasting che vuole renderlo più moderno e adatto alla sua adozione di massa, senza rinunciare a indipendenza e libertà.
Grazie ad Adam Curry, “padrino del podcasting”, podcaster professionisti e sviluppatori coltivano un dibattito online per la definizione di nuovi standard, compatibili con la tecnologia del RSS feed. L’obiettivo è offrire a chi crea podcast nuove funzionalità, come la possibilità di interagire con gli ascoltatori mediante commenti o sostenere un podcast con donazioni in Bitcoin inviate durante l’ascolto.
Viene creato Podcast Index un nuovo indice mondiale dei podcast, aperto a tutti. Viene pubblicata una lista di applicazioni per ascoltare podcast che supportano le nuove funzionalità. Queste e molte altre iniziative sono chiamate con il nome di Podcasting 2.0.
Nel 2020 in Italia nasce l’ASSIPOD – Associazione Italiana Podcasting con l’obiettivo di promuovere la cultura del Podcasting in Italia, anche attraverso la Casa del Podcast a Roma.